08 Jul
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Potrebbe sembrare strano immaginare immense foreste come una grande famiglia, ma è proprio così! Una foresta è molto più di quel che si vede, afferma Suzanne Simard (ecologa che ha studiato per una vita le foreste canadesi) sotto la superficie c’è un altro mondo, fatto di infinite vie biologiche attraverso cui gli alberi si connettono fra di loro e comunicano, comportandosi come parti di un unico grande organismo. I boschi sono infatti costruiti su relazioni che creano reti allo stesso modo delle cellule neuronali del cervello. Ogni albero può connettersi con altre centinaia di alberi, cooperando per il benessere collettivo.

Venticinque anni fa, i primi esperimenti della Simard si concetrarono su tre specie: la betulla, l’abete e il cedro rosso. Usando degli isotopi di carbonio radioattivo per tracciare lo spostamento del carbonio tra le varie piante, rilevò come la betulla e l’abete comunicassero attivamente fra di loro, mentre il cedro si teneva in disparte. Ma in che modo comunicavano la betulla e l’abete? La loro interazione avveniva non solo sul piano del carbonio, ma anche dell’azoto, del fosforo, dell’acqua, dei segnali di difesa, dei composti allelochimici e degli ormoni.

Alberi e piante sono collegati tra di loro da una rete molto antica, quella dei funghi sotterranei, ma quando vediamo i funghi, vediamo solo la punta dell’iceberg. Sotto di essi si diramano i filamenti fungini che formano il micelio, il quale infetta e colonizza le radici di tutte le piante e degli alberi.Quando le cellule fungine interagiscono con quelle delle radici si verifica uno scambio di carbonio e nutrienti

In estate, la betulla inviava più carbonio all’abete di quanto questo ne inviasse alla betulla, soprattutto quando l’abete si trovava all’ombra. Ma in altri periodi dell’anno era invece l’abete a inviare più carbonio alla betulla, quando questa non aveva le foglie. Quindi, le due specie si aiutavano l’una con l’altra

In particolar modo si è rilevata la presenza di Alberi Madre, ovvero esemplari più antichi e dal tronco più grosso, attorno ai quali si organizzano le reti sotterranee. Esse inviano il loro carbonio (ottenuto tramite la fotosintesi) agli alberi più giovani, anche di specie diversa, rifornendo specialmente quelli più deboli, arrivando anche a limitare l’estensione delle proprie radici per fare loro più spazio.Gli imponenti e maestosi alberi madre gestiscono insomma la connessione e gli scambi di un’intera foresta, proteggendone la biodiversità .

 Tuttavia, la foresta è anche vulnerabile, non solo ai disturbi di origine naturale ma anche agli umani, che ancora una volta hanno scoperto come rompere qualcosa di meraviglioso attraverso la deforestazione, sdradicando milioni di alberi madre. Possiamo prelevare uno o due “alberi madre”, ma c’è un limite perché questi sono come dei perni in un aeroplano, possiamo prenderne uno o due, e l’aeroplano continuerà a volare, ma se ne prendiamo troppi, o se prendiamo quello che tiene le ali al suo posto, l’intero sistema crolla, facendo così collassare tutto il sistema familiare boschivo. La deforestazione  ci priva della fonte primaria di ossigeno e le persone sono totalmente ignoranti sulle connessioni esistenti nell’ecosistema forestale.

 Dovremmo invece imparare dagli alberi, maestri di vita, che ci insegnano moltissimo sulla cooperazione e la convivenza fra diverse specie.



Nel video qui sotto Suzanne Simard racconta le sue ricerce (video in inglese con sottotitoli in italiano):

Fonte: http://anima.tv/blog/2017/gli-alberi-parlano-tra-di-loro/

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